Edizione speciale per la Liguria della birra fatta col pane invenduto.

Sono tante 180 tonnellate di cibo?
Sono tante, sì. Sono quelle che ogni anno la rete Ricibo recupera e ridistribuisce alle fasce deboli della popolazione genovese: è cibo ancora buono, non consumato o invenduto, che altrimenti sarebbe destinato a finire in discarica.

Ma se pensate che sono 10.000 le tonnellate che effettivamente ogni anno, in discarica, ci finiscono davvero (nella sola città di Genova), comprenderete quando diciamo che il nostro obiettivo è fare sempre di più, salvando più cibo, sensibilizzando maggiormente l’opinione pubblica, ampliando la rete dei negozi che aderiscono.

E ottimizzando la nostra attività, rendendola sempre più sostenibile.

Le nostre risorse vengono investite oculatamente per coprire tutte le spese necessarie al funzionamento efficace della nostra rete. Le spese in questione (furgoni, carburante, personale, spazi, materiale), per quanto pesino sul nostro bilancio, sono inevitabili. Ci siamo chiesti allora se non esistesse un modo per ammortizzarle almeno in parte in modo da allocare altrove le risorse e, al contempo, creare economie di rete puntando sempre al nostro obiettivo primario: spreco zero.

La risposta è sì: ecco da dove nasce la nostra ultima speciale collaborazione.

Siamo orgogliosi di presentarvi Biova, una birra artigianale il cui progetto nasce dalla volontà di combattere lo spreco e rimettere in circolo materia prima ancora ottima.

Quale materia? Il cibo per eccellenza: il pane!

Ogni sera, in un Paese come l’Italia, si contano circa 13.000 kg di pane rimasto invenduto, che non potrà essere proposto al pubblico il giorno seguente e che, per questo, costituisce un enorme spreco.

La birra Biova viene prodotta grazie alla trasformazione di quintali di pane invenduto. Se da secoli la birra è detta anche “pane liquido”, non si può dire che loro non abbiano preso la tradizione alla lettera!

Il pane viene tostato, macinato e avviato al processo di birrificazione. Questo fa sì che da ogni 150 kg di pane vengano prodotti circa 2.500 litri di birra.

Un esempio insieme semplice e ingegnoso di economia circolare, perché il pane che sarebbe stato buttato non solo riprende vita e acquista nuovo valore, ma fa sì che lo stesso processo produttivo sia ottimizzato in chiave sostenibile: grazie all’impiego di questa preziosa materia prima, si risparmia su altre (in particolare il malto d’orzo, il cui utilizzo è abbattuto fino al 40%). Inoltre, la birra così prodotta ha un eccezionale impatto ambientale, andando a totalizzare, a fine processo, un saldo negativo di produzione di CO2.

Dato che, si sa, a noi lo spreco proprio non piace, siamo entusiasti della sinergia tra Biova e Ricibo, da cui è nata una buonissima birra: si tratta di una edizione speciale per la Liguria della classica lager Biova, di ispirazione tedesca, con il 4,7% di alcol, un piacevole odore di crosta di pane e un sapore leggermente sapido dovuto al rilascio del sale del pane durante il processo.

L’abbiamo presentata il 9 giugno scorso al Mercato Orientale di Genova e siamo felici di annunciare che da pochissimo è distribuita nei negozi della città.

Parte dei proventi della vendita della birra andranno a coprire le spese vive di Ricibo, come segno del nostro impegno sempre maggiore per una politica diffusa di sostenibilità basata proprio sulla circular economy.

In Liguria, del pane, non si butta via niente.

…a proposito, vi va una birra? La mappa dei rivenditori la trovate qui!